Fotovoltaico, in quanto tempo si recupera l’investimento

Fotovoltaico, in quanto tempo si recupera l’investimento

L’investimento nel fotovoltaico si recupera e in quanto tempo? È la domanda che tutti coloro che si avvicinano al mondo delle fonti rinnovabili si fanno.

Proviamo a dare una risposta.

In media il tempo per rientrare nell’investimento di un impianto fotovoltaico è 3 anni e mezzo/4 anni. Se prendiamo in considerazione gli impianti fotovoltaici che hanno una durata di 25 anni, il ritorno sull’investimento è davvero molto alto.

In media dopo 4 anni vengono recuperati tutti i soldi spesi e si comincia a guadagnare le prime cifre. Parliamo di un impianto medio domestico di 3kw.

In un paese come l’Italia, inoltre, dove il sole per fortuna è più presente rispetto ad altre nazioni, il recupero d’investimento può essere ancora più basso e anticiparsi intorno ai 3 anni, 3 anni e mezzo.

Grazie all’impianto fotovoltaico i prelievi dalla rete si riducono sensibilmente.

Infatti, durante le belle giornate di sole i consumi sono praticamente azzerati, specie nel periodo estivo e di giorno si noterà una riduzione anche dell’80% dei prelievi dalla rete.

Quindi dalla rete si preleverà solo la notte o nei momenti di scarso irraggiamento. La bolletta elettrica relativa ai soli prelievi dalla rete si ridurrà sensibilmente.

Inoltre chi è possessore di un impianto fotovoltaico, molto probabilmente è anche intestatario di una convenzione di Scambio Sul Posto. L’impianto è collegato alla rete pubblica con un meccanismo che permette di immettere in rete l’energia elettrica prodotta dall’impianto privato, per la parte non immediatamente autoconsumata. Questo meccanismo si chiama appunto lo Scambio Sul Posto.

È un contratto che viene stipulato con il GSE (Gestore Servizi Energetici) ed accompagnerà ciascun impianto stabilendo il valore economico dell’energia che si va a cedere in rete.

Se l’energia immessa è pari o inferiore all’energia che si va ad acquistare, ad ogni kWh immesso, viene assegnato il contributo in conto scambio. Si tratta di un contributo che tiene conto del valore di mercato dell’energia, più una serie di componenti che formano il prezzo corrente dell’energia in bolletta.

Ma se si immette più energia di quella che si va a prelevare, questa viene chiamata eccedenza. Le eccedenze rimangono sul proprio conto, a credito, fino a che non venga esplicitamente richiesta la loro liquidazione.